Da Paperino e la leggenda dello scozzese volante:
È una ben strana pioggia quella che il 3 maggio di ogni anno, come per misterioso rito, cade in prossimità di Tegucigalpa capitale dell’Honduras…
Il fatto è che, si creda o non si creda, piovono sardine, ben vive e guizzanti, in quantità tale […] da ricoprire fittamente il terreno per qualche centinaio di metri tutt’intorno!
Studiosi di ogni paese si arrovellano da tempo per trovare la chiave dell’enigma!
Ma la “pioggia” è una vera manna per i molti poveri del posto… il 3 maggio è per loro la più grande festa!
Inizia così una delle più amate e conosciute storie di Scarpa, Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante. Meno conosciuto però è il fatto che tutto ciò non è una stravagante invenzione scarpiana, basata magari su fenomeni sporadici che possono avvenire in alune parti del mondo e dovuti a forti venti, ma un fatto reale.
Negli studi critici sull’opera di Scarpa viene fatto spesso giustamente notare come il nome "Tegucigalpa" sia abbastanza curioso… così curioso da venire utilizzato nella storia senza alcuna storpiatura (come invece succede ad esempio con "Altacraz" o "Calidornia"). In realtà "Tegucigalpa" (pronunciato "Tegusigalpa") significa "montagna d’argento" ed è sorta attorno alle numerose miniere della zona (fatto che potrebbe avere a che fare con la pioggia di sardine, vedi oltre). Attualmente ha una popolazione di 1.700.000 abitanti, ma nel 1957, quando Scarpa scrisse la storia, era di soli 80.000 (circa), quindi la zona periferica viene rappresentata da Scarpa in modo probabilmente molto verosimile.
In realtà Tegucigalpa non è bagnata dall’oceano, ma questo è specificato chiaramente anche nella storia di Scarpa, dove più di una volta vengono mostrate cartine dell’Honduras. È da tenere però conto che Scarpa dice che ciò avviene "in prossimità di Tegucigalpa" e non direttamente in città.
In effetti, a quanto pare, questo fenomeno avviene realmente ogni anno in una cittadina di nome Yoro situata a circa 75 chilometri a nord di Tegucigalpa (piccola licenza poetica di Scarpa, che fa arrivare i paperi da sud, dal Pacifico; infatti non avrebbe potuto portarli a Yoro in nave), per il resto è tutto come nello Scozzese Volante. Diventa anche più plausibile (per così dire) la storia raccontata da Pap Mc Paper, che essendo stato un pirata, flagello dei Caraibi, proveniva chiaramente dall’Oceano Atlantico, più vicino a Yoro che a Tegucigalpa.
Sicuramente, quindi, Scarpa era venuto a conoscenza di questo inusitato fenomeno, magari leggendolo su un giornale o su una rivista e da lì dovette prendere l’idea, che unita a quella dell’Olandese Volante creò così questa meravigliosa storia.
Il fenomeno è tuttora vivissimo, infatti dal 1998 ogni anno nel periodo maggio-giugno viene celebrato il "Festival de la Lluvia de Peces" per festeggiare l’avvenimento, come si può leggere in un articolo (non più online) del giornale honduregno "La Prensa” del 1° Luglio 2000.
Riporto qui di seguito, la mia traduzione in italiano di un altro articolo honduregno (anche questo ormai tra i meandri di internet) il cui praticamente casuale ritrovamento online mi ha spinto ad approfondire questa piccola ricerca.
La pioggia dei pesci
di Perfetto H. Bobadilla (honduregno)
Articolo apparso sulla “Revista Correo Literario de Honduras”, anno I, No. 1, Tegucigalpa, D.C., Honduras, C.A.
L’acquazzone dei pesci, come lo chiamano i nativi, è caratteristico: inizia generalmente alle quattro o alle cinque del pomeriggio con una nuvola nera, seguita da forti scariche elettriche e terribili uragani, che compare da dietro la collina di Mata Agua…
È uno dei fenomeni più curiosi che si osservano in Honduras. Ha luogo nelle vicinanze della città di Yoro ad un chilometro di distanza a sudovest del centro popolato, nella pianura chiamata "Il Pantano", limitata a Ovest dal monte "El Mal Nombre", un vulcano spento che eruttò in epoca remota come testimoniano le numerose pietre di solfuro di ferro sparse nella sopracitata pianura.
Quello che attira di più l’attenzione riguardo questa "pioggia di pesci" è la periodicità con la quale si verifica, una sola volta all’anno nel mese di maggio o giugno, all’inizio della stagione delle pioggie di questa pittoresca regione.
L’acquazzone dei pesci, come lo chiamano i nativi, è caratteristico: inizia generalmente alle quattro o alle cinque del pomeriggio con una nuvola nera, seguita da forti scariche elettriche e terribili uragani, che compare da dietro la collina di Mata Agua dall’Oceano Atlantico a nordest, luogo di provenienza dei venti alisei di questa zona. Terminata la tormenta le sardine, lunghe 3 o 4 pollici, vive e vegete, si ritrovano saltellanti nella verde savana del "Pantano", disperdendosi a volte, intorno a una laguna (che d’estate secca totalmente) situata a nordest della base del monte "El Mal Nombre".
Da piccoli abbiamo avuto l’opportunità, più di una volta, di andare in compagnia di altri bambini della zona, a raccogliere i saporiti pesciolini una volta passata la tempesta, tornando poi contenti alle nostre case per goderci le delizie della succolenta cena.
Diverse teorie sono state formulate per spiegare scientificamente questo curioso e interessante fenomeno, ma quella che pare più accreditata lo attribuisce ad una tromba marina proveniente dall’Atlantico; questo per la direzione costante della provenienza della nuvola, per l’acquazzone accompagnato dalle frequenti e formidabili scariche elettrcihe e perché la pioggia cade invariabilmente nella pianura del "Pantano" dove, grazie alla presenza di minerale di ferro, ci potrebbe forse essere un polo che attrae la tromba con la quale arrivano i misteriosi pesciolini.
Note
L’articolo di questa pagina è stato scritto in origine nel gennaio 2001. Nel settembre 2003 è stato pubblicato in Finlandia questo articolo di Scarpa, in cui si scopre che lui effettivamente lesse della pioggia di sardine sui giornali, ma pensava si trattasse di una leggenda. Solo in seguito è venuto a sapere che invece era tutto vero… forse indirettamente proprio da questo articolo? L’articolo (e la relativa “conferma” della realtà della leggenda) è stato infatti citato sia sul libro del 2001 dedicato a Scarpa “Sognando la Calidorna” che sul numero 156 di Zio Paperone, in cui si ristampava la storia.
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